Un giubbotto di jeans e un unicorno rosa.

Quest’anno proprio non li vogliamo lasciare andar via gli anni ’90 eppure non c’è stata nessuna reunion delle Spice Girls che infuocano ex adolescenti cantando Wannabe. T-shirt sotto il vestito, calzettoni bianchi di spugna, chocker di plastica che uscivano una settimana sì e una no sul Cioè. Io portavo i codini, la salopette e le Superga e adesso ho ancora la salopette, le Superga solo se mi gira bene e i codini li ho abbandonati da quando ormai il caschetto mi scopre il collo senza ritegno, anche quando tira vento. Ma lo ammetto ci sono quelle cose degli anni ’90 che mi piacciono ancora, e anche tanto. Il giubbotto di jeans. Quello dal lavaggio chiaro, un po’ largo ma corto che si ferma poco più giù della vita. Che poi i ragazzi indossavano i bomber di almeno 3 taglie più grandi ma alle ragazze invece piacevano quelli che lasciavano intravedere la vita alta dei jeans e le maniche da arrotolare. E così quando la primavera arriva con l’aria fresca del tardo pomeriggio e il sole a cui piace fermarsi un po’ di più, io che insieme al chiodo di pelle nero siamo quasi come Linus e la sua coperta, ogni tanto voglio cambiare e mi porto via tra un ritardo e l’altro il giubbotto di jeans con le toppe sulle spalle. Il grembiule della scuola elementare, i pantaloni strappati dopo essere caduti un numero non ancora identificato giocando a nascondino, quel logo troppo brutto da coprire. Perché le toppe prima si usavano così e invece poi sono finite sui giubbotti e sui jeans mischiate alle spille con Bob Marley e a quelle con il simbolo della pace che erano già mainstream quando io facevo ancora palloni con le Big Babol. Le ananas con gli occhiali da sole, le palme con la scritta California, il cocktail con la cannuccia, lo smile e il rossetto rosso. Sulle maniche, la schiena, le tasche. Che in fondo in fondo vogliamo essere tutti i minimal ma le cose eccentriche e colorate ci piacciono sempre tanto. Io vado di bocca rossa glitterata, mani rock n roll e unicorni rosa. Sobria come sempre, che non si dica mai il contrario!

TM

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