Aria di casa mia.

tessmatozza_ariadicasamia

I giorni rossi sul calendario sono quelli dedicati alla famiglia. A quelle famiglie che si riuniscono tutte insieme, a volte allargate, a volte no, attorno alla grossa tavola con la tovaglia a quadretti. I giorni rossi sono anche quelli di Pasqua in cui finiscono tutti i treni 20 giorni prima di qualsiasi partenza vacanziera. E se Trenitalia va in tilt e alza le spalle rassegnata a tutti coloro che sono rimasti senza un treno il giorno del Venerdì Santo, questo significa che le persone si stanno muovendo e in qualche modo stanno tornando a casa. Partono gli aerei, corrono i treni, i bus fermano alle stazioni di servizio e sono carichi di gente che aspetta di rincontrarsi. E’ arrivata la primavera, il sole tramonta un’ora più tardi, la Madonna è portata in processione e le uova di cioccolata si continuano a scartare anche a trent’anni. Quei giorni così brevi, così veloci arrivano quando sei in viaggio e riconosci casa tua dal mare all’orizzonte, dal profumo dell’aria che a Marzo s’impregna di fiori, dalla cena di tua madre che arriva puntuale alle 8.30 e dal letto con il cuscino che a casa è sempre un po’ più comodo. Sono gli stessi giorni da divano, da lasagne la domenica, da sorriso di zii, nonni e nipoti. E sono quei giorni in cui si torna sotto il tetto in cui siamo cresciuti che è un po’ fuori dal mondo senza spazio per essere frenetici, mondani e metropolitani. Ma si può solo chiudere la porta e riaprirla a vacanze finite per farci travolgere di nuovo. A volte sono pochi, forse solo 3, ma sono sempre l’occasione di giusta per tornare, perché un solo posto nel mondo è casa propria. Io lo riconosco dal cane che abbaia, dalla domenica dalla nonna, dalla pasquetta che si festeggia sempre il giorno dopo, dalle torte fatte in casa, dalla connessione ad internet assente, dal tramonto di montagna, dal profumo del camino anche quando l’inverno è finito. Lo riconosco dall’affetto che la lontananza ti sbatte in faccia quando realizzi che sei nato per andare ma che c’è sempre un ritorno, un’ancora, un porto. E il mio porto è qui, nel mio paese del sud fatto di taralli, dialetto in mezzo alle strade e tanto sole. E mi piace quando ogni volta che torno sorrido a riconoscermi in questa realtà, in questa casa, in questa famiglia.

TM

tessmatozza_ariadicasamia

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.