Una settimana dopo la settimana della moda.

settimana della moda

Milano. Una settimana. La metro di Cadorna piena. C’erano le modelle di Rankin racchiuse in delle scatole bianche su via Montenapoleone. Non è la prima volta che arriva la settimana della moda a Milano ma ogni volta andrebbe trovata della poesia frivola e brillantinata che può accompagnare questi giorni irrequieti, pieni di bollicine e flash luminosi. La ragazza con la giacca a doppiopetto turchese, i cuissard alti fino alla coscia turchesi, gli orecchini con lunghe frange penzolanti turchesi. È solo una settimana di fine settembre con il rischio della pioggia o con il sole che batte pungente alle 14. Caraffe e pasticcini dentro la boutique di via Borgonuovo. Stivaletti e sandali, pellicce e minigonne metallizzate. Il profumo che si respira vicino la passerella e le gambe lunghe delle modelle con la schiena dritta, le parrucche e i gioielli nella dita. Ogni angolo può essere quello giusto, con i tavolini fuori, l’arredamento shabby, la musica chill e l’aperitivo fino alle 10. L’angolo in cui ho scoperto una poltrona piena di graffiti, delle borse in neoprene dal colore delle Big Bubble e un cocktail per il venerdì di questa settimana. La settimana della moda. Le gonne strette da tirar giù, il laccio della scarpa che si slaccia e il rossetto un po’ sbavato a causa di un bicchiere di spumante e quattro taralli pugliesi. Il front row serve per ammirare quei vestiti che ti sei persa per strada. Milano non va dormire e domani mattina è troppo presto. Mille biglietti da visita da collezionare e quel designer da segnare sulle note per ordinare il prossimo pacco con fiocco da far arrivare a casa. I piccioni a piazza Duomo sono sempre troppi e la bellezza dietro le vetrine è sempre rigida nel quadrato delle borse rosa confetto, nel profumo della pelle e nelle pietre luminose sulla punta delle scarpe. Una settimana dopo non è più la stessa settimana a Milano. Tutto torna composto dietro gli scaffali e sui manichini. Quella cascata di paillettes e vernice dorata torna indietro al suo posto. E per una nuova poesia bisogna aspettare Febbraio. So che anche voi, con il vostro dolcevita nero e i jeans blu trovereste dell’incanto e non solo una favola con il lieto fine che vi prende in giro.

TM

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